Un pizzico di sale non è necessariamente dannoso

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Seppure largamente risaputo che il sale inorganico sia dannoso per la salute in diversi distretti, appesantendo la funzione fisiologica di molti organi, non va però eliminato del tutto ma commisurato ai propri gusti e alle esigenze personali.
Estremizzare i concetti e diventare eccessivamente severi e rigidi su alcune regole di base può diventare poco pratico e addirittura controproducente.


Nei viaggi o in situazioni in cui non si dispone di una cucina propria, mangiare alimenti semipreparati o industriali diventa un’esigenza inderogabile, di conseguenza è impossibile controllare e misurare l’assunzione di sale.
Finché questi episodi accadono una tantum senza rappresentare la quotidianità, non esiste un problema nè tanto meno un rischio.
Inoltre eliminare completamente il sale dalla propria cucina induce il corpo a subire uno sbalzo notevole quando “obbligato” ad assumerlo attraverso alimenti preparati.

Come ridurre i quantitativi di sale

Poiché il sale è presente un po’ dappertutto, compresa la pasta secca che ogni giorno guarnisce la nostra tavola, è importante non caricare di ulteriore sale i condimenti o i contorni al fine di ingerirne una bassa quantità che può essere facilmente espulsa dall’organismo rimanendo pressocché innocua.
Alcune spezie possono contribuire ad insaporire gli alimenti insipidi pur senza l’aggiunta di sale inorganico, e tra questi i più efficaci sono: le alghe marine, la curcuma, il crescione, il prezzemolo, la rucola, lo zenzero, il rosmarino, il basilico, la salvia, il timo e la maggiorana.
E’ inoltre utile riuscire a fare una distinzione tra alimenti preparati e salati ma innocui e alimenti salati e dannosi.
Tra i primi possiamo inserire i pomodori e carciofini sott’olio, così come tutti gli altri preparati di verdure sott’olio o sott’aceto; diverso è l’impatto dell’organismo con i salumi carichi di sale inorganico, come il salame, la mortadella, il prosciutto crudo ma anche hamburger e bistecche.

Un pizzico di sale non va demonizzato

Il concetto di base è che l’eliminazione completa del sale inorganico è impossibile perché impossibile è mangiare sempre, anche al ristorante, a cena da amici, ai matrimoni o in viaggio, i cibi che quotidianamente possiamo preparare in casa secondo i nostri gusti.
In questi casi bisogna tener presente che un pizzico di sale non rappresenta un problema purché venga equilibrato dal resto degli alimenti assunti duranti lo stesso pasto.
Spesso, chi riesce ad eliminare per almeno il 70-80% il sale come condimento, riesce anche a seguire un’alimentazione prevalentemente crudista. I cibi cotti sono infatti quelli che risultano al gusto molto più insipidi e che quindi richiedono una quantità aggiuntiva di sale.
I cibi crudi, di contro, rendono molto meno evidente questa sensazione di insipidità portando ad una più semplice e meno sacrificante eliminazione del sale.

L’abitudine a ridurre il sale accentua i sapori naturali

Il passaggio repentino da una classica alimentazione con presenza di sale ad una in cui la quantità è scarsa o nulla può rappresentare uno shock negativo per le papille gustative, con conseguente rinuncia. Per questo è importante iniziare a ridurre il sale gradualmente fino a che non si riusciranno ad assaporare i cibi naturali senza più sentire l’esigenza di aggiungerlo.

Il team di BreakNotizie