Stesso prezzo, quantità minori: ecco come le aziende imbrogliano i consumatori

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Il fenomeno prende il nome di shrinkflation: le aziende vendono confezioni più piccole di prodotto ma allo stesso prezzo. Una grande beffa per i consumatori.

Il prezzo non aumenta ma le quantità diminuiscono: è questo il trucco che sempre più aziende adottano a danno del consumatore e che riguarda numerosi prodotti che interessano l’uso quotidiano. Uno degli esempi più eclatanti è quello di alcune compagnie telefoniche che sono passati dalla fatturazione ogni a 30 giorni a quella ogni 28 giorni, ma il fenomeno riguarda anche beni di consumo materiali come le confezioni alimentari.

Un trucco che nasconde il prezzo reale dei prodotti

La shrinkflation (termine inglese ottenuto dalla contrazione fra Shrink, rimpicciolirsi, e inflation, inflazione) è talmente diffusa che è stata analizzata dall’istituto di statistica inglese Ons, e persino l’Istat sta monitorando la situazione. In apparenza il prezzo d’acquisto di un prodotto rimane il medesimo ma essendo le quantità del prodotto minori, l’inflazione c’è eccome.

Il fenomeno non ha un impatto rilevante sulla stima dell’inflazione generale, tuttavia incide pesantemente su alcune classi di prodotti. A ogni modo l’Istat intercetta il fenomeno ed evita che questo influenzi la misura dell’inflazione”, ha spiegato il responsabile delle statistiche sui prezzi al consumo dell’Istat Federico Polidoro.

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I prodotti più colpiti dalla Shrinkflation

In base ai controlli Istat, in Italia il trucco di rimpicciolire le confezioni senza ridurne il prezzo interessa soprattutto i generi alimentari e beni di consumo come dolciumi, cioccolato, miele, confettura e zucchero. Gli esempi sono molteplici: confezioni di riso da 850 g e non più da 1 kg, lattine con 25 cl di bibita anziché i soliti 33, rotoli di carta igienica con un numero minore di strappi, in genere da 250 a 230, pacchetti da 9 fazzoletti anziché da 10, tubetti di dentifricio con 75 ml di prodotto invece di 100 ml.

Aumento del prezzo nell’83% dei prodotti con quantità ridotta

Nell’arco di circa 5 anni, dal 2012 al 2017, i rilevatori comunali hanno monitorato i prezzi dei prodotti e le loro relative quantità, scoprendo che su un totale di 604.487 campioni ben 1.405 hanno subito un cambio di quantità. Nei 700 casi in cui il peso è stato ridotto, l’83% ha subito anche un aumento del costo relativo mentre solamente il 17% ha visto un calo di prezzo.

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A detta dell’Associazione Difesa Orientamento Consumatori, la riduzione delle dimensioni dei prodotti in vendita mantenendo il prezzo invariato sarebbe “un modo subdolo per nascondere un aumento dei costi a danno del consumatore, dal momento che molto difficilmente questo cambiamento viene notato”.

Il caso delle compagnie telefoniche

Attualmente non si ha ancora un quadro completo riguardante il fenomeno shrinkflation, ma l’Adoc ha posto l’accento anche sulle strategie delle compagnie telefoniche, altro tipo di aumenti “camuffati”. “Quasi tutti gli operatori di telecomunicazione mobili, e non ultima Sky, hanno trovato il modo di far pagare di più i propri utenti modificando il ciclo di fatturazione, spiega l’associazione. “Dalla tradizionale tariffa su base mensile si è passati alla fatturazione ogni 4 settimane, con il risultato che in un anno si pagano 13 mensilità anziché 12. Questo comporta un aumento considerevole dei costi a carico dell’utente“.

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Da aprile i canoni torneranno alla fatturazione mensile tradizionale, anche se ciò non si tradurrà in un risparmio effettivo per i consumatori. Alcune aziende, infatti, hanno reso noto che le tariffe aumenteranno delll’8,6% sull’abbonamento di rete fissa e mobile. In tutta risposta, l’Unione Nazionale Consumatori ha provveduto a denunciare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Sky Italia e i principali operatori telefonici.

Cosa può fare il consumatore

Come difendersi allora dalla Shrinkflation? Nella spesa quotidiana occorre porre attenzione al prezzo del prodotto al kg e leggere le quantità indicate sulle confezioni. Quando possibile, meglio acquistare prodotti sfusi, in genere più convenienti, specialmente se appartenenti al settore alimentare.

Il Team di BreakNotizie