Smart working e mercato del lavoro: ecco come cambia il tessuto economico italiano

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Nonostante l’attenuarsi degli effetti della pandemia abbia limitato il ricorso allo smart working (anche per le scelte in materia di politiche del lavoro attuate dal nostro Governo), il fenomeno continua a pervadere il mercato del lavoro, non senza conseguenze sui grandi centri cittadini. Oltre al ricorso allo smart working e al telelavoro, la pandemia ha prodotto un altro fenomeno, ampiamente diffuso in gran parte delle economie occidentali: le Grandi Dimissioni. Inoltre non sono da sottovalutare il cambio di prospettiva e di scenario legato alle scelte dei giovani lavoratori, sempre meno disposti a “barattare” il tempo libero con le ore dedicate al lavoro.

Si tratta di tre grandi temi che non incidono solo sul mercato del lavoro ma anche sull’andamento economico del nostro paese (come su quello dei grandi paesi occidentali): fenomeni in grado di determinare una nuova allocazione delle risorse economiche compreso lo stravolgimento del mercato immobiliare.

L’alta volatilità del mercato del lavoro determina spesso la necessità di spostarsi, cambiare casa, vendere la propria abitazione nei centri cittadini per acquistare nuove soluzioni lontani dal caos di tutti i giorni. In ballo anche le locazioni, sia ad uso civile che commerciale. Molte aziende, infatti, ripensano ai propri spazi e, ritrovandosi con uffici vuoti per gran parte della settimana, provano ad ottimizzare i costi fissi legati alla sede aziendale.

E’ in questo scenario che si registra l’aumento dell’offerta dei servizi nel settore immobiliare, come quelli offerti da kmrealestate.it, fondamentali per accompagnare imprese e lavoratori in questa fase di cambiamento.

Basti pensare a quanto il ritorno a casa dei lavoratori meridionali che abbandonano le grandi metropoli per tornare al SUD, abbia inciso sull’economia dei centri cittadini, sulla ristorazione, sull’utilizzo degli spazi nelle aree industriali e sul mercato immobiliare. Sempre più persone lasciano la città in cerca di un rinnovato benessere, lontano dai classici luoghi del lavoro. E’ un fenomeno che, per esempio, ha drasticamente cambiato il mercato delle professioni digitali o, ancora, quello della consulenza a imprese e enti pubblici.

Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio Smart Working l’81% delle grandi imprese fa ricorso al lavoro agile. Per PMI e PA i dati raccontano, rispettivamente, di un 53% e di un 67% di lavoratori in smart working. E nonostante la fine della pandemia, per quanto i numeri segnino una decisa frenata, non si può parlare di fine del lavoro in smart, anzi. A trainare i dati anche il south working che, secondo i dati raccolti da Randstad e pubblicati da Forbes, contribuisce in maniera massiccia alla crescita demografica ed economica del Sud con un forte impatto anche sul mercato immobiliare sia che si tratti di acquisto e vendita sia di nuovi contratti di locazione.

E in effetti, stando ai dati ufficiali pubblicati dall’Agenzia delle Entrate e da Bankitalia, il mercato immobiliare, nonostante la crisi ucraina e la conseguente crisi energetica, torna a rivedere la luce in fondo al tunnel e tassi di crescita a doppia cifra in molte città italiane.

+ 12 % di vendite con oltre 180 mila immobili acquistati. Crescita anche per il settore commerciale con un + 14,5% e crescita anche per il settore industriale con un + 23,6%. Non a caso, infine, i tassi di crescita migliori si registrano nel settore commerciale proprio al Sud con un + 28,4% e al Centro con un + 24,2%. In crescita anche il settore produttivo con un +4,2 % proprio al Sud.