Storicismo del pensiero di Schopenhauer

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Arthur Schopenhauer è stato uno dei più influenti filosofi del XIX secolo. Le sue idee e le sue teorie sono essenzialmente basate su uno spiccato pessimismo e forte avversione verso lo storicismo che aveva invece caratterizzato le linee filosofiche e di pensiero di altri pensatori suoi contemporanei.

Per Schopenhauer la storia non è importante quanto lo era per gli altri filosofi ottocenteschi; si tratta unicamente di una continua ripetizione di eventi e meccanismi sempre uguali a loro stessi.

Il mondo come volontà e rappresentazione

Tra le numerose opere di Schopenhauer, ne spicca una in particolare che è stata tramandata ai posteri come massima espressione del pensiero dell’autore: “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Il contesto storico in cui si inserisce l’opera risulta essere però in controtendenza rispetto a quanto espresso nell’opera. Il libro infatti è permeato da un senso di pessimismo che poco si addice all’ottimismo e il desiderio di miglioramento politico e sociale dei moti rivoluzionari del XIX secolo in tutta Europa.

Riprendendo i principi esposti da Kant, considerato suo predecessore morale e filosofico, Schopenhauer parte dal principio secondo cui esiste un mondo tangibile, reale e oggettivo, che però risulta invisibile ai nostri occhi. Questo perchè la percezione che le persone hanno del mondo è filtrata e alterata da convenzioni, convinzioni personali, pregiudizi e conoscenze pregresse. A causa di tutto questo, il mondo che percepiamo come reale non è la realtà delle cose (o il fenomeno, come lo definiva Kant).

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La realtà è pura illusione

Schopenhauer si discosta tuttavia da Kant sul piano dell’interpretazione di tale limite della natura umana. Per Kant il fenomeno è il solo ed unico possibile oggetto della scienza in quanto sola realtà tangibile; secondo Schopenhauer è il risultato dell’illusione, di questa percezione alterata dalla propria mente che viene però percepita come reale e inalienabile. Per Schopenhauer le forme pure a priori si riducono rispetto a quelle enumerate da Kant.

Secondo Kant il mondo in sé era inconoscibile, impossibile da separare dalla percezione umana. Impossibile da comprendere e analizzare se non alla luce della distorsione che la mente dei pensatori apporta a causa della mancanza di stretto legame tra mondo reale e mondo percepito. In Schopenhauer invece esistono unicamente tempo, spazio e causalità. L’elemento che porta gli uomini a costruire mentalmente la realtà che li circonda è proprio la forma pura a priori della causalità.

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Le persone sono soprattutto istinto ed emozione

La presenza di questo elemento chiave nel lavoro di Schopenhauer sancisce la differenziazione chiara tra il suo pensiero e quello di Kant. Per Schopenhauer il corpo fisico è il solo ed unico tramite tra il fenomeno, il mondo reale e il mondo così come viene percepito dai singoli individui. Tutta la vita è guidata dalla volontà personale, quindi dalle scelte che i singoli individui compiono nel corso della vita. A guidare le scelte e le decisioni personali è unicamente il desiderio, che nasce da necessità determinate dal corpo fisico. Gli uomini non sono pura razionalità (resa impossibile dalla natura insondabile del mondo reale), ma sono anche e soprattutto emozione e istinto.

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Per questa ragione la storia non è rilevante in Schopenhauer. I singoli avvenimenti nel corso del tempo perdono completamente di rilevanza, in quanto la vita e il suo andamento sono determinati dalla scelta che viene condotta qui e ora dalle singole persone.

Il Team di BreakNotizie

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