Spesa più cara al supermercato con i sacchetti biodegradabili: svolta green a pagamento

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Secondo il nuovo dl Mezzogiorno dal 1° gennaio sullo scontrino della spesa troveremo anche il conto delle bustine leggere del reparto ortofrutta, non più in plastica ma in materiale biodegradabile e compostabile. Cosa ne pensano gli italiani e quali saranno i benefici?

A partire dal primo gennaio nei supermercati saranno a pagamento i sacchetti utilizzati per imbustare verdura, frutta, affettati, pesce e carne, così come quelli impiegati per la panetteria. Giacché non sarà possibile utilizzare la medesima busta per diversi prodotti, essendo di importi differenti, occorrerà aggiungere al prezzo di ogni alimento acquistato anche il costo di ogni singolo sacchetto impiegato per contenerli. Sebbene si tratti di pochi centesimi in più, si tratta di una spesa che finirà con l’avere un peso rilevante sul budget delle famiglie italiane.

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Che prezzo avranno i sacchetti?

Le buste non saranno più in plastica, ma in materiale compostabile e biodegradabile, ed il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 2 centesimi sino ad un massimo di 10, vale a dire quanto le buste della spesa che vengono vendute alle casse. Secondo il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani tale innovazione ha un prezzo, pertanto è giusto che le bioshopper siano a pagamento, a patto che venga garantito un prezzo equo, ossia fra 2 e 3 cents a busta.

Secondo i dati forniti dall’Associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili, gli italiani in media utilizzano 150 buste all’anno, pertanto in base ai prezzi delle buste singole la spesa delle famiglie potrebbe aumentare fra 1,5 sino a 4 euro. “Un costo in più, ma la norma è virtuosa”, piega il presidente Marco Versari, “Si va nella direzione della salvaguardia dell’ambiente perché questi sacchetti non solo sono biodegradabili e compostabili ma possono essere riutilizzati per inserire i rifiuti umidi facendo risparmiare il costo del sacchetto dedicato”.

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Cosa ne pensano gli italiani

Il 58% degli italiani, in base ad un sondaggio realizzato da Ipsos Public Affairs e presentato all’Università di di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, si dichiara favorevole all’introduzione dei sacchetti biodegradabili e compostabile. Per quanto concerne il pagamento di questi sacchetti il 29% è assolutamente contrario, mentre il 59% degli intervistati considera ragionevole il costo ipotetico di 2 centesimi a busta.

I dettagli della nuova norma

Le norme relative alla regolamentazione delle buste, inserite nella legge di conversione del decreto legge Mezzogiorno, prevedono che persino le buste ultraleggere e leggere, dallo spessore singolo inferiore ai 15 micron, debbano essere compostabili e biodegradabili, con una percentuale minima di materiale rinnovabile del 40% e da distribuire esclusivamente a pagamento. Con queste direttive si intende scoraggiare le pratiche tanto illegali quanto dannose per l’ambiente come ad esempio l’uso di diciture come “sacchetti ad uso interno” per aggirare la legge sugli shopper.

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Multe salate ai trasgressori

Sono previste multe pesanti per gli esercizi commerciali che contravvengono a queste nuove norme: si va da 2.500 euro ad un massimo di 100 mila se la violazione riguarda quantitativi importanti o se il valore dei sacchetti non a norma è superiore al 10% del fatturato del negozio. In questo modo si vuole affrontare in maniera efficace il problema legato all’usa e getta e contrastare la questione riguardante i sacchetti illegali, ancora diffusi, promuovendo la filiera delle produzioni industriali innovative e eco-friendly.

Il Team di BreakNotizie