Riso meno nutriente per colpa dei cambiamenti climatici

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Livelli troppo alti di anidride carbonica possono essere nocivi per le piante di riso: ne riducono il tasso di minerali e vitamine, minacciando la sopravvivenza di miliardi di persone.

Il riso è la principale risorsa alimentare per oltre due miliardi di persone nel mondo. La metà delle calorie giornaliere degli abitanti di Paesi come Vietnam, Cina, Madagascar e Bangladesh proviene proprio dal riso, così come minerali e vitamine che potrebbero ridursi drasticamente a causa dei cambiamenti climatici.

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Un alto di livello di CO2 nell’aria tende infatti a ridurre la qualità nutrizionale di questo cereale. Questo è quanto è emerso da uno studio effettuato da un team internazionale di ricerca, recentemente pubblicato sulla celebre rivista Science Advances. Lo scorso aprile l’anidride carbonica nell’atmosfera ha raggiunto la vetta media dei 440 parti per milione, il livello più alto degli ultimi 800 mila anni. Secondo le previsioni degli esperti, entro la fine di questo secoli si potrebbe arrivare a 570 ppm. Ma quali sarebbero le conseguenze sul riso?

I risultati dello studio

Per rispondere a questa domanda i ricercatori hanno esposto 18 varietà di riso a livelli di anidride carbonica inclusi fra 560 e 590 ppm, dal 2010 al 2014. Per farlo è stato necessario immettere il gas nei campi di riso di due località in Giappone e Cina attraverso delle tubature. È stato osservato come le proteine presenti nel riso siano diminuite del 10%, il ferro dell’8% e lo zinco sino al 5%. Un calo impressionante per le vitamine del gruppo B: i quantitativi di acido folico (vitamina B9), ad esempio, sono scesi del 30%.

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Che conseguenze comporta per la salute delle persone?

A detta degli scienziati, la scarsa qualità del riso a livello nutrizionale potrebbe generare delle gravi ripercussioni sulla crescita dei bambini ma causare anche malattie intestinali ed aumentare i rischi legati alla contrazione della malaria. Ad esserne maggiormente colpiti saranno le persone dei Paesi più poveri.

È stato stimato che entro il 2100 i raccolti di riso e granturco potrebbero ridursi sino al 40% nelle regioni subtropicali e tropicali per via del riscaldamento globale, escludendo ulteriori cause come l’impatto degli eventi meteorologici estremi, ultimamente in aumento. A tutto ciò si aggiungono i risultati di questa ricerca che evidenziano come questo sia un “rischio sottovalutato della deforestazione e dello sfruttamento di combustibili fossili” come ha affermato la professoressa Kristie Ebi, una delle autrici dello studio dell’Università di Washington.

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Possibili soluzioni per il futuro

Ma cosa, esattamente, causerebbe il drastico calo di nutrienti nel riso? Si suppone la crescita più rapida delle piante, dovuta all’aumento eccessivo di anidride carbonica. Si è osservato inoltre che le vitamine più soggette a calo sono quelle contenenti azoto. Ciò suggerisce, come possibile soluzione, quella di trovare o sviluppare una varietà di riso (e cereali in generale) capace di rispondere meglio ai cambiamenti climatici. È quindi di primaria importanza proseguire le ricerche, sia per comprendere quali sono le colture più a rischio, sia per capire meglio come salvaguardarle e preservare così la sopravvivenza di miliardi di persone.

Il Team di BreakNotizie

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