Economia, nove italiani tra i cento ricercatori più promettenti: l’IDEAS-RePEc premia il nostro Paese

550

Parla italiano la graduatoria dei migliori giovani ricercatori in ambito economico del pianeta.

Nella classifica proposta da IDEAS-RePEc (ovvero l’indice delle ricerche in ambito economico e finanziario che si occupa del mondo accademico) figurano infatti ben nove economisti nati in Italia sui cento totali indicati. Un risultato di prestigio per il nostro Paese e in particolar modo per le donne, dal momento che due ricercatrici ‘under 40’, Raffaella Sadun e Veronica Guerrieri, occupano le posizioni di vertice. A guidare l’indice mondiale c’è invece l’economista ucraino Yuriy Gorodnichenko, professore associato presso la Berkeley University (California).

La pubblicazione del ‘ranking’ della IDEAS-RePEc era molto attesa dato che, a cadenza mensile, viene valutato il lavoro di ricerca dei principali economisti, prendendo in considerazione i ‘paper’ pubblicati e le citazioni ricevute da altri colleghi. Insomma, si tratta di un database nel quale si trovano alcuni dei nomi che nei prossimi anni diverranno un punto di riferimento nel campo delle analisi economico-finanziarie. In particolar modo, la classifica ha tenuto conto solamente degli economisti che vantano meno di dieci anni di presenza nell’archivio telematico di IDEAS. In base a questo criterio, oltre al citato Gorodnichenko, il podio è completato da due ‘fuoriclasse’ del calibro del pakistano Muhammad Shahbaz (Institute of Information Technology of Lahore) e del francese Arnaud Costinot, professore di Economia presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston.

Come detto, tuttavia, l’Italia è ben rappresentata, con quasi il 10% di presenze totali. A tenere alto il vessillo del nostro Paese sono due donne, entrambe incluse nella ‘top 30’, ovvero Raffaella Sadun e Veronica Guerrieri. La prima (27esima) è uno dei classici esempi di cervelli in fuga: laureatasi all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, ha in seguito conseguito un master presso l’Università ‘Pompeu Fabra’ di Barcellona, prima di entrare, nel 2009, presso la Harvard Business School (HBS), dove al momento è ‘Thomas S. Murphy Associate Professor of Business Administration’. Per quanto riguarda invece la Guerrieri (28esima), il suo curriculum parla di una laurea presso l’Università Bocconi di Milano, prima di un Ph.D. in Economia al MIT e dell’attuale incarico di ‘Ronald E. Tarrson Professor of Economics’ alla Booth School of Business (Chicago).

Raffaella Sadun e Veronica Guerrieri rappresentano solo la punta dell’iceberg dell’eccellenza ‘made in Italy’. Al 29esimo posto segue infatti a ruota Guido Menzio (University of Pennsylvania) che, dal 2011, figura anche nel ‘board’ dell’International Economic Review. Al 70esimo e 80esimo posto ecco, rispettivamente, Federico Belotti del ‘Centro Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo’ di Tor Vergata e Alessandro Giavazza della London School of Economics (LSE), mentre il primo economista non affiliato ad alcun ateneo è Francesco Ravazzolo (84esimo), ricercatore presso la Norges Bank. Chiudono la graduatoria dei nostri connazionali Marco Lo Duca (Banca Centrale Europea), Leonardo Iacovone (World Bank) e Stefano Giglio (Booth School of Business).