Le mamme digitali: come lo smartphone ha cambiato il rapporto madre-figlio

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Viviamo nell’era digitale, in cui la tecnologia la fa da padrona, al punto che si è impadronita non solo del posto di lavoro, ma anche delle nostre case, e dei nostri stessi rapporti affettivi. Ad esempio, ecco com’è cambiato il rapporto madre-figlio all’epoca degli smartphone.

Questo aspetto è stato analizzato in un libro uscito nell’aprile 2015 ed edito da BUR, che si intitola Mamme avatar. Già il titolo è esemplificativo: l’avatar è il nostro alter ego virtuale, quello che ci rappresenta nei forum, nei blog, nelle chat. Anche le mamme oggi hanno un alter ego virtuale, quello che le aiuta a far fronte ai molteplici impegni personali e dei figli, e che le rende onnipresenti nella vita delle sue creature. Il libro è stato scritto da Laura Turuani e Davide Comazzi, psicoterapeuti presso l’istituto Minotauro di Milano dove ci si occupa di problemi adolescenziali.

I due studiosi raccontano il modo in cui oggi una mamma può svolgere il suo ruolo, pur essendo, per forza di cose, spesso assente da casa. Le mamme moderne, infatti, lavorano: al mattino si devono alzare molto presto e prima di uscire di casa programmare la giornata dei propri figli. Così, tendono ad avvalersi di due aiuti. Il primo è in carne ed ossa: si tratta di fratelli o sorelle, nonni o baby sitter, maestri ed educatori. Di tutte quelle persone, cioè, che si possono occupare di accompagnare il bambino a scuola, o all’asilo; di riprenderlo dopo il corso di canto o di danza, e di portarlo di nuovo a casa.

Poi ci sono i sostituti tecnologici, uno su tutti, ovvero lo smartphone. Mentre un tempo il bambino veniva punito se teneva il telefonino sempre con sè, oggi accade il contrario, perché la madre usa il cellulare come un cordone ombelicale. Chiama continuamente suo figlio, e pretende di essere a sua volta chiamata in ogni occasione. Manda o riceve foto, anche dalle maestre, e in questo modo ha la possibilità di controllare costantemente suo figlio anche quando non c’è, cioè praticamente sempre.

Il risultato? Una mamma oggi è molto più di un tempo, quando lasciava i suoi bambini in cortile a giocare. Ma in questo modo, oggi una madre può castrare la libertà e la fantasia di un figlio. Organizzare ogni minuto della giornata di un bambino, colmandola di impegni, gli impedisce di trovare i suoi spazi personali. Inoltre, il legame sempre più stretto che instaura con la genitrice lo potrebbe condurre ad essere insicuro una volta diventato adolescente, e ad avere difficoltà nel momento in cui giunga l’ora di uscire di casa.

La tecnologia quindi è un mezzo molto utile ed importante per riuscire a svolgere al meglio il ruolo di madre ma, come per tutte le cose buone, si deve fare attenzione a non abusarne. Il giorno in cui un figlio non risponda più al telefono non deve essere punito, secondo gli psicoterapeuti, ma questo fatto deve essere colto come un segnale positivo, poiché significa che sta trovando una sua identità personale, e che sta vivendo la vita che gli è stata donata proprio da sua madre.

Il team di BreakNotizie