Istat: calano le esportazioni extra UE

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Rallenta la corsa delle economie dei Paesi emergenti e di riflesso rallentano le esportazioni dell’Italia destinate ad uscire dall’Unione Europea. Tanto emerge dai dati resi pubblici in questi giorni dall’Istat, la quale ha rilevato ad ottobre una flessione dell’1,7% per quanto concerne le esportazioni italiane extra UE rispetto a quanto fatto registrare alla fine del mese di settembre.

Nel paragone rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il calo delle esportazioni al di fuori dell’Unione arriva al 4,5%.
Sarebbe soltanto un effetto ottico il calo dell’import il cui valore scende dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,4% rispetto al 2014, principalmente a causa del calo del prezzo del petrolio e delle altre fonti di energia fossile.

A guidare il calo dell’export extra UE è prima di tutto il calo della vendita di beni strumentali (-4,5%) e quello relativo ai prodotti intermedi. La crescita dell’1,5% relativa ai beni durevoli non controbilancia il trend.

Un trend che potrebbe essere di non breve durata, considerato che analizzando soltanto gli ultimi tre mesi le tendenze indicano un peggioramento ulteriore della situazione. In quest’ultimo periodo il calo dell’export extra UE si assesta al 5,8% e colpisce tutti i comparti con l’eccezione significativa dei beni durevoli. Le performance più negative vengono dal settore di prodotti energetici e intermedi. Tornando a parlare di importazioni queste si mostrano in calo nel trend ma, estrapolando il dato relativo ai beni energetici, sono in generale crescita e raggiungono un tasso del +13,5%.

L’Italia soffre soprattutto a causa del rallentamento nella crescita delle economie dell’area BRICS: sono quei Paesi le cui importazioni avevano trainato più di altri la ripresa dell’export nella nostra penisola e che ora vivono un periodo di relativa recessione.

Sono colpiti in particolare il Brasile e la Russia. La frenata del solo Brasile condiziona infatti il pesante calo dell’export verso i Paesi del Mercosur (-33%)La Russia diminuisce i suoi acquisti dal nostro Paese di oltre il 20% proseguendo un trend negativo che si trascina da mesi e che è conseguenza dei difficili rapporti internazionali e delle relative misure restrittive degli scambi. Una buona notizia viene in parte dalla Cina che, seppure in calo rispetto allo scorso anno, inverte la tendenza negativa mantenuta negli ultimi mesi e registra una moderata crescita rispetto a settembre.
Nell’ultimo mese hanno registrato dei cali anche le esportazioni nei confronti dei Paesi dell’area Opec(-11,6%) e Asean (-7,7%) che accelerano la loro parabola negativa. In calo anche Turchia e Paesi dell’area EDA ma il loro saldo annuale rimane positivo.

Continua invece a crescere l’export verso gli Stati Uniti anche se in modo meno deciso rispetto al passato, il motivo è da ricercarsi nel rallentamento americano e nell’anomalia del livello di vendite fatto registrare verso quell’economia nel 2014.

Al netto di tutti di questi movimenti la bilancia commerciale italiana presenta comunque un avanzo di 3,5 miliardi di euro (contro i 4 miliardi del 2014), un dato che cresce fino 5,8 miliardi se non si considera la componente energetica. Nel rapporto con i vari Paesi aumenta il deficit commerciale nei confronti di Cina e Russia, mentre continua a crescere l’attivo nei confronti degli Stati Uniti che arriva a sfondare i 17 miliardi su base annua.

Il Team di BreakNotizie