Elleboro, la rosa di Natale

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elleboro

Conosciamo meglio questa pianta e scopriamo perché viene chiamata “rosa di Natale”.

In questi ultimi anni, la pianta dell’elleboro è sempre più apprezzata per la bellezza dei suoi fiori e per le sue foglie verdi dai riflessi argentati, sia come fiore reciso che come pianta in vaso. È conosciuto anche come “rosa di Natale” per via della sua somiglianza alla rosa canina e la fioritura nel periodo delle festività natalizie, che generalmente va dagli inizi di dicembre sino al mese di marzo, benché non vi sia una parentela diretta con le rose. La selezione di tale specie ha reso possibile la produzione di un elevato numero di varietà, differenziate per colori, forme e dimensioni dei fiori. Trattandosi di una pianta sempreverde si presta facilmente per la decorazione di bordure e angoli delle aiuole, anche fuori dal periodo della fioritura. Scopriamo insieme come prendercene cura.

elleboro

Non solo ornamentale

L’elleboro è una pianta rustica originaria del centro Europa e delle aree caucasiche, appartenente alla famiglia delle ranuncolacee. È conosciuta sin dai tempi antichi per le sue proprietà chimiche: veniva impiegata infatti come rimedio contro le malattie cardiache in età senile. Nell’industria medica viene ancora adoperata come pianta officinale cardiotonica e purgante grazie all’alto contenuto di alcaloidi. Il suo principio attivo, l’elleborina, ha proprietà narcotiche. Tutte le parti dell’elleboro, incluse le radici, sono altamente irritanti e tossiche sia per gli animali che per l’uomo, per questo motivo è importante evitare il contatto diretto e maneggiare con cura i fiori, servendosi di guanti da giardinaggio.

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Le giuste cure

Trattandosi, come detto, di una pianta rustica, quando si trova in piena terra l’elleboro non ha bisogno di molte cure; predilige generalmente terreni subacidi o neutri, ma riesce a crescere e sviluppare le proprie fioriture anche in terreni acidi, come quelli utilizzati per la coltivazione di camelie, rododendri e azalee. La rosa di Natale richiede un’umidità del terreno costante ma al contempo ma soffre per i ristagni idrici; per questo motivo per il quale occorre metterlo a dimora in terreni ben drenati e leggeri. L’esposizione che più le si confà è d’ombra o mezz’ombra, tipica del sottobosco.

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Se si decide di coltivarlo in vaso occorre sceglierne uno abbastanza ampio per consentire all’elleboro la crescita sia radicale che aerea senza la necessità di rinvasarlo troppo spesso. Per evitare marciume radicale è consigliabile stratificare il terriccio, ponendo dell’argilla espansa alla base del vaso a creare una zona drenante. Per quanto riguarda invece le innaffiature dovrebbero essere effettuate regolarmente, in modo da mantenere sempre il terreno un po’ umido ma limitandone la frequenza nei mesi piovosi e freddi.

Il Team di BreakNotizie

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