Il segreto anticancro degli apicoltori: i benefici dell’alveare

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Forse non tutti lo sanno, ma il mestiere dell’apicoltore è quello con più bassa incidenza di tumori al mondo. Questa peculiarità è stata riconosciuta nel 1965 nella relazione annuale del “New York Cancer Research Institute“. Mezzo secolo fa infatti, il secondo volume del Journal of National Cancer Institute pubblicò una relazione del dottor William Robinson, nella quale il luminare sosteneva che il polline prodotto dalle api, se aggiunto agli alimenti, impedisce o ritarda la comparsa del cancro al seno.

Cosa dicono gli studi

Il dottor L. J. Hayes affermò coraggiosamente che “Le api sterilizzano il polline per mezzo di una secrezione ghiandolare antagonista ai tumori” e altri medici concordarono sul fatto che nel polline doveva esservi qualche principio attivo anticancro. Inoltre, a detta del dottor W. Schweisheimer, gli scienziati del Cancer Institute di Berlino non avevano mai riscontrato casi di apicoltori con tumori.

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Un successivo studio francese volle poi analizzare le cause di morte di mille apicoltori a livello nazionale, scoprendo che soltanto uno di questi era morto di cancro. Ciò significava che l’incidenza di morte riconducibile a un tumore negli agricoltori francesi era 100 volte più frequente rispetto ai loro connazionali apicoltori. Nessun studio sino ad oggi ha smentito l’incidenza di tumori molto bassa, se non trascurabile, nelle persone che lavorano in questo settore. Il professore di apicoltura presso l’Università di Aberdeen John Anderson ha dichiarato: “Tieni le api e mangia il miele, se vuoi vivere a lungo. Gli apicoltori vivono più a lungo di chiunque altro“.

In che modo le api prevengono il cancro?

Questi piccoli insetti sono stati adoperati per millenni dall’uomo a scopi terapeutici. L’apipuntura, ad esempio, ossia farsi pungere dalle api o assumere il loro veleno estraendolo dal pungiglione senza farle morire, è un tipo di terapia antica: secondo fonti storiche si affidarono a questa cura personaggi celebri come Ivan il Terribile e Carlo Magno per poter guarire da gravi malattie. Occorre sapere che la componente principale del veleno contenuto nel pungiglione di un’ape è un peptide chiamato melittina, dalle potenti proprietà citotossiche, antifungine e antibatteriche. Questa sostanza stimola il cuore, abbassa la pressione del sangue ed inibisce il sistema nervoso centrale.

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Gli effetti del veleno d’ape sull’organismo umano

Il veleno delle api attiverebbe due ghiandole nel nostro organismo: l’ipofisi e la corteccia surrenale, che inizierebbero a rilasciare ormoni, fra cui anche cortisolo, dal potente effetto antinfiammatorio. La maggior parte delle malattie degenerative sono precedute spesso da infiammazione. Il veleno delle api stimolerebbe il sistema immunitario e in tal modo le possibilità che il cancro si manifesti si riducono moltissimo.
Inoltre pare che nulla favorisca la circolazione del sangue meglio del veleno delle api: questo perché dissolve le placche nei vasi sanguigni e ne favorisce l’espulsione garantendo così il libero flusso del sangue. Nel veleno d’ape sono stati riconosciuti almeno 78 componenti attivi dotati di proprietà curative.

Tutto il buono dell’alveare

Veleno a parte, non bisogna dimenticare i preziosi prodotti dell’alveare: propoli, pappa reale, polline, cera e miele sono il frutto del lavoro di questi operosi insetti e vengono utilizzati dall’uomo per trattare molte patologie sin dall’antichità. Inoltre, dal momento che molti dei principi attivi di questi prodotti sono presenti nell’aria in prossimità degli alveari pare sia un vero toccasana respirarla. Molti centri di apiterapia infatti si stanno attrezzando con dei macchinari simili ad aerosol per consentire ai propri pazienti di beneficiarne. Che sia questo il segreto degli apicoltori?

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Il Team di BreakNotizie

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