Ant-Man, al cinema il minuscolo supereroe della Marvel che ha Michael Douglas per mentore

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Per la gioia dei milioni di appassionati in tutto il mondo, il 12 agosto si prepara a debuttare nelle sale italiane Ant-Man, un altro eroe della Marvel, che ha come padrino d’eccezione niente meno che Michael Douglas, nel suo primo ruolo nei cinecomic.

Ant-Man è il piccolo eroe Marvel: chi lo conosce, pochi in realtà, noterà numerosi cambiamenti nella sua storia nel film che sarà nelle sale italiane a partire da giovedì 12. Marvel, infatti, da diversi anni sta cercando di offrire una nuova immagine dei suoi supereroi in digitale e questo restyling è evidente negli ultimi episodi della saga di Capitan America, Iron Man, Thor e dei Guardiani della Galassia.


Ant-Man è un personaggio minore dell’universo Marvel, non conosciutissimo, che è stato presentato la prima volta sui fumetti nel 1962: Edgar Wright fu il primo regista a credere nella forza di questo personaggio e a creare la prima sceneggiatura, ma non compare tra i credits di questo episodio per alcuni dissapori avuti con la Major. Infatti, Wright ha contestato la continua evoluzione e il desiderio di attuare una politica di cross-over della Marvel, che inevitabilmente avrebbe anche investito il personaggio come era stato originariamente pensato e ideato, rivoluzionando quasi la prima idea di sceneggiatura.


La major ha subito il colpo, è vero, ma una grande industria come questa non può permettersi il lusso di fermarsi e allora ecco che per lavorare al nuovo script apportando le opportune modifiche per il cross-over è stato chiamato un team di cui fa parte anche l’attore protagonista. Una scelta non usuale che ha, però, una sua logica ben definita nel fatto che l’interprete conosce alla perfezione il personaggio di Ant-Man, si è immedesimato in lui e può quindi capire e conoscere sfumature inarrivabili per gli altri.

Tra i tanti aspetti innovativi di questo film che si prepara a debutto mondiale, c’è la prima volta di Michael Douglas come interprete in un cinecomic. Una storia intricata, densa di significati e di simbolismo, che ha convinto l’attore americano a recitare in un film tanto diverso da quelli a cui è sempre stato abituato. C’è chi dice che il tassello definitivo per fargli accettare il ruolo sia stata la presenza del regista Peyton Reed, molto conosciuto in America, che nel mettere in scena la sceneggiatura ha calcato la mano sulle sfumature dell’amore familiare e su un linguaggio da commedia. Ha saputo sposare alla perfezione tutti gli elementi della storia, dalle ambizioni criminali alla goffaggine dei suoi protagonisti, fino alla grandissima autoironia che traspare dal personaggio principale che, trasformatosi in Ant-Man, acquisisce la possibilità di rimpicciolirsi per tentare di salvare il mondo, non senza aver prima compiuto qualche bravata in compagnia della sua compagnia di amici-ladruncoli. L’impronta della Marvel è ben evidente nella storia, dove la sua redenzione da criminale a supereroe passa necessariamente attraverso imprese eroiche.

L’accoglienza nelle sale mondiali per questo film non è stata delle migliori, con 290 milioni di dollari incassati in attesa del debutto italiano per il quale hanno prenotato la pellicola ben 575 sale sparse su tutto il territorio.
Va innanzitutto analizzato il target di questo film, che a differenza degli altri Marvel è forse più indicato a un pubblico under 25, piuttosto che agli over 30 come altri. Inoltre, il consiglio è di non abbandonare la sala prima della fine dei titoli di coda: la scena di chiusura merita la lunghissima attesa.

Il team di BreakNotizie