Come togliere il pannolino, 8 dritte SUPER facili per avere successo

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L’arrivo della bella stagione è il momento ideale per iniziare ad abituare il vostro cucciolo all’uso del vasino. Ma a che età si comincia? E come ci si comporta se il bimbo lo rifiuta? Ecco qualche consiglio pratico.

Insegnare al vostro bambino ad usare il vasino è una delle cose che richiede più tempo e pazienza ma anche tra le più ripaganti sia per il bambino che per il genitore.

L’età giusta per passare al vasino

La domanda più comune sull’educazione all’uso del vasino è “quando è il momento giusto per iniziare?”. Generalmente si indica il tempo che va dai 18 a 24 mesi come il periodo migliore ma la verità è che la risposta può variare per ogni bambino, perché i fattori che contribuiscono sono molteplici.

“Quando inizia ad esserci una comunicazione verbale ridotta tra madre e bimbo, cioè nel momento in cui il piccolo capisce ciò che gli viene detto, allora si può cominciare a proporre il vasino”, spiega Daniela Callegari, pediatra del Centro Medico Santagostino di Milano.  “Per alcuni può avvenire intorno all’anno e mezzo d’età, per altri bisognerà aspettare ancora un po’. L’importante è non fare paragoni con altri bimbi della stessa età perché è fondamentale rispettare i tempi di ognuno”.

E’ però importante ricordare che il fattore età non è l’unico elemento da prendere in considerazione per una buona riuscita dell’introduzione al vasino.

E’ il momento giusto: gli altri segnali da cogliere 

I genitori, infatti, devono cercare di cogliere anche alcuni segnali del bambino che quando deve fare la pipì o la cacca generalmente arrossisce, fa smorfie, sposta il peso da un piede all’altro, fa gesti con le mani e si tocca i genitali.

Aiutarlo a capire il linguaggio del corpo

Osservare i suoi comportamenti e aiutarlo a capire che questo è il linguaggio del suo corpo per comunicargli cosa sta per accadere, è il primo passo per avvicinarlo all’uso del vasino. “Il genitore allora può creare nella stanza bagno questa nuova occasione di esperienza perché il bimbo impara imitando gli adulti e vedere il vasino più piccolo accanto a quello grande suscita la sua curiosità”, consiglia Callegari.

Invitalo a sedersi sul vasino con libri e giochini

“La maggior parte dei bambini raggiunge prima e più facilmente il controllo dello sfintere rispetto a quello della vescica e questo aiuta perché è lo stimolo più visibile anche per i genitori: i bimbi diventano rossi, si preparano a spingere e generalmente lo fanno sempre negli stessi orari. A questo punto, quando si avvicina l’ora, il genitore può proporre il vasino al proprio bimbo, invitandolo a sedersi magari con dei libri o dei giochini”.

Spiegagli che cosa state facendo con dolcezza. Se oppone resistenza, rimetti il pannolino

“L’importante – prosegue Callegari – è avere un approccio soft e spiegargli sempre e di continuo cosa sta accadendo. Se l’idea non gli piace, rimettetegli il pannolino e riprovate dopo qualche giorno”.

Ogni ora sul vasino: piano piano capirà se ne ha bisogno

“Per incoraggiarlo a riconoscere lo stimolo in tempo, proponetegli ogni ora circa di andare sul vasino: piano piano imparerà a capire quando ne avrà davvero bisogno”.

Incoraggiatelo e lodatelo. Non rimproveratelo se si sporca

Tempo e pazienza, si diceva. Incoraggiatelo e lodatelo sempre quando usa il vasino ma non rimproveratelo se ancora non si sente pronto o se si sporca perché più percepirà che per il genitore è importante che raggiunga quel risultato, più si sentirà insicuro.

E soprattutto, non siate ansiosi perché l’apprendimento dei più piccoli è fortemente condizionato dal tipo di relazione che c’è con il genitore: il bimbo che vive la sollecitazione dell’adulto in modo sereno e tranquillo impara molto di più e più in fretta.

Se invece si diventa pressanti o si cede alla frustrazione dell’insuccesso, il bambino sviluppa opposizione perché ha il bisogno naturale di affermare sé stesso.

Imitare i grandi è quello che gli piace di più

“Ricordiamo sempre che imitare i grandi è quello che ogni bambino desidera di più, per questo stimolarlo a ripetere quello che vede dai genitori o da un fratellino più grande è di enorme aiuto” conclude Callegari.

 

 

 

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